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pet therapy

La Pet Therapy con approccio zoantropologico aiuta le persone a realizzare un processo di cambiamento e a raggiungere obiettivi prefissati attraverso attività di relazione con l'animale. Le aree di beneficialità della Pet Therapy sono:

 

- Benessere della persona: autostima, piacere sensoriale, emozioni positive..

- Integrazione sociale e affettiva: promozione delle relazioni sociali, attività di gruppo, accettazione dell'altro, acquisizione di alleanze;

- Processi riabilitativi: promozione dell'autonomia, capacità, facilitazione per raggiungere gli obiettivi

- Supporto alle attività terapeutiche in corso: accettazione delle terapie, aumentandone l’efficacia o l’efficienza.

 

I contributi al cambiamento non derivano dalla prestazioni dell'animale bensì dalle attività di relazione che si instaurano tra la persona cui l’attività è rivolta e il pet. Il cambiamento è inteso come miglioramento nella capacità della persona di affrontare lo stato problematico, che non implica necessariamente la risoluzione del problema, ma può favorire un alleggerimento dell’impatto del problema o la convivenza della persona con il problema.

Queste attività, per apportare benefici, non possono essere attuate in modo generico, ma ogni progetto deve esere strutturato su misura in base ai bisogni specifici della persona coinvolta.

La pet therapy è una co-terapia che si propone di facilitare le terapie vigenti nei confronti delle quali deve porsi in maniera sinergica e non alternativa/sostitutiva.

I cani non mentono su ciò che provano, perché non possono mentire sulle emozioni. Nessuno ha mai visto un cane triste che fingesse di essere felice.
(Jeffrey Masson)

A CHI E' RIVOLTA

La pet therapy con approccio zooantropologico trova applicazione in diversi ambiti e può essere rivolta a molteplici tipologie di fruitori, tra cui: anziani; soggetti post comatosi e post traumatici; fruitori affetti da problematiche di natura psichica (depressione, ansia, disturbi psicologici come anoressia e bulimia); fruitori affetti da problematiche psichiatriche (psicotici, Corea di Hungtington, abuso di alcol o di sostanze tossiche, demenza); fruitori affetti da malattia terminale; bambini con problematiche nella sfera psicologica, della comunicazione o di natura cognitiva; fruitori con sindrome di Down; fruitori affetti da autismo; tossicodipendenti; detenuti in strutture di pena.

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